L'antico nome del paese deriva dal siciliano Prachi che significa "plaghe, campagne" poichè esso era un casale contadino circondato di vaste aree agricole. In origine il borgo appartenne alla giurisdizione del Principato dei principi di Valguarnera.
Nel 1664 fu acquisito dalla regia Curia. Nel 1669 il feudo fu ceduto al signore Girolamo Gravina che lo ribattezzò col nome di Gravina. Solo nel 1862 venne aggiunto l'appositivo "di Catania" per differenziarlo dal comune di Gravina di Puglia in provincia di Bari.
Nel settore monumentale di notevole interesse architettonico è la Chiesa Madre eretta nel XVIII° secolo di tipico stile barocco che è arricchita da un maestoso campanile a cuspidi e che custodisce all'interno splendide tele risalenti al XVII secolo.
Su tutto il territorio sono numerose le aziende di lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici, le aziende enologiche e le industrie tessili che rappresentano le principali fonti di reddito del paese
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